Stanchi dello sci in pista molti appassionati degli sport invernali si stanno avvicinando al “freeride” lo sci in neve fresca, fuoripista. Il freeride è la libertà di scendere su nevi vergini lungo itinerari sempre diversi alla ricerca della neve polverosa e di linee di volta in volta fatte di ampie curve veloci o di ritmiche serpentine. Un’attività che si avvicina molto allo sci alpinismo escludendo quasi completamente la fatica della salita.
Oggi la tecnica ha raggiunto un’evoluzione tale da consentire, anche ai meno esperti, più facilità a curvare nella neve fresca, senza affondare e cadere.
Come scegliere uno sci da fuoripista (freeride)
Rispetto a uno sci da pista, lo sci da freeride è pensato per galleggiare nella neve fresca e profonda.
Per ottenere un buon galleggiamento su neve, questo tipo di sci è, al centro più largo di 80 mm e può arrivare nei modelli “fat” a larghezze di 130 mm e più. In ogni caso sci di larghezze superiori ai 110 mm sono consigliabili solo su nevi fresche molto alte.
La sciancratura di uno sci determina il raggio di curvatura e negli sci da freeride può variare a seconda del modello da 18 a 30 metri favorendo così, insieme a una facile conduzione, curve corte e ritmiche o grandi curve veloci.
Camber e rocker?
Il camber non è un formaggio francese, ma il “ponte” che l’asta dello sci forma al centro lungo il suo asse longitudinale. Il rocker non è un genere di musica, ma quel particolare profilo a banana dato da punta e coda progressivamente rialzate.
Gli sci da fuoripista hanno un camber molto basso rispetto agli sci tradizionali o addirittura assente. Il rocker, pensato per evitare che lo sci si incunei, affondando, nella neve, è sempre presente in punta mentre non è strettamente necessario in coda; in ogni caso contribuisce moltissimo al galleggiamento dello sci e alla sua manovrabilità.
Sempre parlando di facilità e maneggevolezza in curva, occorre valutare bene la lunghezza dello sci.
Consideriamo corti gli sci che hanno una lunghezza inferiore di 5-10cm dell’altezza dello sciatore; uno sci corto risulta molto maneggevole a scapito di una maggiore difficoltà di controllo ad alta velocità.
Uno sci lungo supera di 5-10cm l’altezza dello sciatore, risulta quindi più stabile e veloce.
Se siete principianti nella pratica del freeride, il consiglio è quello di scegliere uno sci di lunghezza pari alla vostra altezza, con una sciancratura non troppo evidente e una larghezza di 95-105 mm, camber leggero e rocker non troppo marcato, che vi permette di usare lo sci in qualsiasi condizione, anche su nevi compatte.
Gli attacchi
Non meno importante dello sci, l’attacco va scelto in base al tipo di attività fuoripista che si intende svolgere.
Gli sci freeride devono a nostro avviso montare attacchi da scialpinismo, che permettono anche di affrontare salite, mai troppo lunghe, con le pelli di foca.
Si possono anche montare normali attacchi da discesa, ma questa decisione limita moltissimo la scelta degli itinerari e delle discese; inoltre se per qualsiasi motivo, durante una discesa decidiamo di risalire da dove siamo appena scesi (per esempio per motivi di sicurezza legati al pericolo valanga o per aiutare un amico in difficoltà), saremo nei guai.
Le cose da guardare sono la sicurezza dell’attacco, il suo peso e la sua stabilità, ma anche la posizione di montaggio sullo sci ha la sua importanza.
Riguardo la sicurezza ormai non ci sono più problemi, tutti i tipi di attacco (dal leggero “attacchino” tipo Dynafit al più tradizionale attacco tipo Diamir) offrono modelli con elevati standard di sicurezza.
Peso: si va da meno di 500 a quasi 3000 gr, questo è un elemento importante da considerare in funzione della salita con le pelli di foca o con gli sci in spalla ricordando però che il freerider più che salire, scende!
Stabilità: fondamentale in discesa soprattutto se si vuole sciare veloci, molle “dure” (12-14 kn), sistema di bloccaggio anteriore e posteriore dello scarpone (puntale e talloniera) il più vicino possibile al classico attacco da discesa, solidità dell’eventuale barra centrale che collega puntale e talloniera.
Posizione di montaggio dell’attacco sullo sci: avanti freestyler, indietro freerider, centro allrounder.
Il nostro consiglio è di scegliere un attacco da scialpinismo, fornito di ski stopper, alzatacco e rampanti nel caso occorra affrontare salite anche ripide, ricordando che conta la stabilità e la precisione in discesa; il peso? pazienza, si scende più che salire.
Eseguire il montaggio come indicato sullo sci o 1 cm più indietro per favorire un galleggiamento equamente distribuito su tutto lo sci e ridurre il rischio di sprofondamento delle punte; attenzione, sugli sci twin tips sono spesso indicate due posizioni, nel caso scegliere quella più arretrata.
Gli scarponi
Altro elemento fondamentale per lo sci e quindi per il freeride è lo scarpone.
La scelta non è facile e spesso chi non è molto pratico fa fatica a trovare il modello giusto.
Non esiste lo scarpone più performante in assoluto, ma esiste lo scarpone che più si adatta al proprio piede; quindi non scegliere per sentito dire, ma per ripetute prove di calzata e in base alle proprie sensazioni.
Detto questo, gli scarponi da freeride oggi sono un prodotto specificatamente studiato per questa disciplina, non lo scarpone da discesa spesso troppo rigido, difficile da camminare e con la suola liscia, non lo scarpone da scialpinismo troppo leggero e quindi morbido, flessibile e con poca tenuta laterale e frontale, ma una scarpa che unisca performance in discesa a comfort in salita e sicurezza quando si cammina.
Tomaia classica a falde sovrapposte piuttosto che linguettone ribaltabile, 3 o 4 ganci che permettano in ogni caso un bloccaggio ottimale del piede, flex non troppo rigido (100-120 per gli uomini, 80-90 per le donne) per garantire una buona azione ammortizzante quando il terreno è sconnesso, ma allo stesso tempo tenuta sia laterale che frontale e quindi buona azione di pilotaggio, possibilità di sblocco del gambaletto per facilitare la salita con le pelli di foca, suola tipo vibram per rendere sicura la camminata. Come per gli attacchi, il peso conta poco.
Va benissimo, almeno all’inizio, anche lo scarpone da discesa che si usa abitualmente, ma il problema della suola scivolosa non è da sottovalutare.
Pelli di foca
Direte, ma se il freerider scende perchè le pelli di foca? In effetti si tratta di un elemento complementare sul quale vale la pena di spendere due parole.
Tralasciando i discorsi relativi alla scorrevolezza/tenuta a cui sono molto sensibili gli sci alpinisti, il freerider deve concentrarsi su due aspetti:
Tipo di aggancio: per le condizioni tipicamente invernali e per le basse temperature in cui normalmente si pratica lo sci fuoripista è consigliabile l’aggancio sia in punta che in coda per evitare inopportuni scollamenti delle pelli.
Larghezza: è importante che al centro sci esse coprano bene la soletta lasciando libere solo le lamine; quindi pelli sciancrate come lo sci o tagliate longitudinalmente per poterle adattare a sci di diversa larghezza (ma attenzione in questo caso a metterle e toglierle senza bagnarle con la neve).
Bastoncini
I bastoncini in discesa servono come elemento di ritmo e appoggio, talvolta molto concreto (terreno ripido, …), in salita come elemento di equilibrio e spinta.
È evidente che i piattelli (rotelle) piccolissimi tipici dei bastoncini da discesa sprofondano nella neve alta compromettendo la funzionalità dei bastoncini; quindi bisogna scegliere bastoni con piattelli grandi (⦰ minimo 8 cm) sono utilissimi e raccomandabilissimi. (I piattelli possono essere sostituiti da piccoli a grandi senza necessariamente avere diversi bastoni).
Nastro colorato
Piccolo trucco: Si tratta di due fettucce di 3 metri ciascuna, colorate da attaccre agli sci, che si srotolano in caso di distacco e perdita dello sci nella neve fresca. Su nevi molto alte è facile che dopo una caduta lo sci sprofondi talmente tanto da essere difficile da individuare. Grazie alle fettucce colorate il ritrovamento risulta più facile.
1 comment
Grazie per il bel pezzo. Sono un completo neofita, esperto sciatore su pista ma voglio iniziare a praticare seriamente il fuoripista e più che allo sci d’alpinismo mi vorrei dedicare al freeride.
Ho studiato un po’ in questi due giorni e da alcune recensioni mi sembra di capire che i Nordica Enforcer 110 di quest’anno siano molto buoni. Il problema ora è adattarli con un buon attacco. Io ho sempre avuto Tyrolia per la discesa anche se negli ultimi anni noleggiando ho provato diverse cose.
Per quello che mi troverei a fare sembra che i Marker Duke 16, i Baron 13 o gli F12 Tour siano ottimi. La pecca del dover togliere gli sci sembra scomparire optando per i Tyrolia dove potrei scegliere tra gli Ambition 12 (che però sono forse un po’ troppo alti e con difetti di accumulo di neve nella camminata) e gli Adrenalin, più pesanti e sembra sempre con problemi di accumulo.
Voi che ne pensate? Cosa potreste suggerire alla mia categoria di utenti?