A noi tutti piace sciare nella neve fresca, fuoripista, scoprendo nuove valli, itinerari e paesaggi magnifici lontano da ogni intervento dell’uomo. Sappiamo pure che muoversi su terreno invernale non è così scontato come in estate. Il problema principe è quello di ridurre il rischio di essere travolti da una valanga mentre saliamo o scendiamo da una montagna.
Nelle scorse settimane abbiamo parlato dello zaino “airbag”. Uno strumento di emergenza che può ridurre notevolmente la possibilità di essere sepolti in caso di travolgimento in una valanga.
Prima dello zaino air-bag uno strumento utile, anzi indispensabile è l’ARTVA. Infatti non è possibile in caso di evento valanghivo, riuscire ad individuare i travolti a vista. Nella maggior parte dei casi le persone coinvolte nell’incidente rimangono sepolte sotto un terreno molto sconnesso e difficile da percorrere.
Viene in nostro aiuto lo strumento ARTVA (Apparecchio di Ricerca dei Travolti in Valanga) che non è altro che un dispositivo elettronico che trasmette e riceve, un segnale radio a 457 kHz. Una sorta di radio-trasmettitore che l’escursionista porta con se tutto il tempo.
In caso di seppellimento, infatti, l’unica possibilità di ritrovare lo sfortunato escursionista in modo veloce e diretto è quella di rintracciare il suo segnale radio sotto la neve. L’ARTVA in pratica può garantirci di individuare ed estrarre, entro i 15 minuti, ancora vivo, un sepolto da valanga.
Come va usato un ARTVA?
Uscire con l’ARTVA indosso è sostanzialmente obbligatorio, saperlo utilizzare idem. In caso di incidente chiunque del gruppo, non travolto è potenzialmente il soccorritore di chi è rimasto sepolto. Occorre quindi quando si esce in terreno non controllato indossare l’ARTVA sotto la giacca aderente al corpo, acceso e in modalità trasmissione.
In caso di incidente o in esercitazione, chi è rimasto illeso dovrà immediatamente commutare l’apparecchio in modalità ricezione in modo così da ricevere tutti i segnali degli ARTVA provenienti dagli escursionisti sepolti. Queste operazioni, se coinvolgono più persone, ovviamente devo essere organizzate e coordinate in modo ordinato. L’ARTVA non indica con precisione la direzione e distanza di un sepolto, per essere utilizzato in modo efficiente e veloce, occorre conoscere le diverse metodologie di ricerca.
Esistono diversi modelli di ARTVA che funzionano in differente modo. Inizialmente i primi modelli erano dotati di una sola antenna ed emettevano esclusivamente un segnale acustico sempre più forte man mano che ci si avvicinava al sepolto. Oggi in commercio esistono modelli digitali a tre antenne che offrono oltre la segnalazione acustica anche utili informazioni visuali che rendono la metodologia di ricerca molto veloce.
Un modello a singola antenna è in grado di informarci solo sulla lontananza dell’apparecchio trasmittente.
Un modello a tre antenne è in grado di ricevere nel miglior modo possibile la posizione del travolto qualsiasi sia il suo orientamento nella neve. Inoltre alcuni ARTVA digitali offrono informazioni in grado di indicarci anche la direzione del segnale permettendoci così di ridurre i tempi di ritrovamento. Gli ARTVA di questo tipo hanno una portata massima di 60 metri.
Gli ultimi modelli sul mercato hanno al loro interno un mini computer in grado di fornirci anche temperatura, inclinazione, bussola e molte altre informazioni. Resta il fatto che occorre sapere interpretare bene le indicazioni sonore e di direzione.
Mountain Kingdom offre durante la stagione invernale diverse possibilità di provare, conoscere ed allenarsi ad utilizzare questo indispensabile strumento di soccorso.
Info: Sicurezza Neve e Autosoccorso
Quindi quale ARTVA scegliere?
Il nostro consiglio è di scegliere modelli con tre antenne, che offrano la possibilità di “marcare” i segnali trovati, le informazioni visive sul numero di segnali captati (travolti), un’idea della distanza o la potenza del segnale, ed infine la direzione.
Tra le marche e modelli digitali a tre antenne segnaliamo Ortovox 3+ SET, molto preciso e dal buon rapporto qualità/prezzo. Pieps micro è consigliato a chi controlla il “grammo”, molto piccolo pesa solo 150gr.
Mammut Pulse Barryvox offre indicazioni a 360° e un raggio di ricezione superiore del 15% rispetto agli altri ARTVA sul mercato.
Cenni di comportamenti da tenere in escursione.
Come abbiamo detto, avere con se l’ARTVA non è sufficiente, elenchiamo qui alcuni comportamenti da tenere durante le escursioni su terreno innevato.
Prima di partire:
Ancora prima di mettere gli sci occorre verificare l’effettivo funzionamento dell’ARTVA indossato da ogni partecipante. Può succedere che per il freddo le pile siano scariche o che qualche dispositivo sia rotto. Un capo gita quindi si occupa di organizzare un controllo mettendo in ricezione il proprio ARTVA e avvicinandosi alle persone ad una ad una. E’ bene portare sempre con se delle pile di scorta.
Dove collocare l’ARTVA.
L’ARTVA deve essere indossato in modo da non essere mai tolto durante l’escursione. La posizione migliore quindi è sotto tutti gli indumenti che potremo togliere. La posizione migliore è laterale sotto il petto. E’ assolutamente da evitare di mettere l’ARTVA nello zaino o in tasca. In caso di travolgimento potremo perdere lo zaino, i soccorritori quindi non troveranno noi ma solo l’ARTVA.
L’ARTVA interferisce con il cellulare?
E’ stato riscontrato che i dispositivi ARTVA possono soffrire di interferenze con i cellulari. E’ consigliato quindi, specie in modalità di ricerca, di spegnere i cellulari per ridurre le possibili interferenze.
A fine gita?
Ricordiamoci una volta in rifugio o arrivati in auto/paese di spegnere l’ARTVA così da risparmiare la batteria. E’ importante però riaccenderlo una volta che dal rifugio ripartiamo o proseguiamo per l’escursione. E’ buona norma del capo gita ricontrollare tutti gli ARTVA del gruppo prima di riprendere l’attività.
1 comment
Articolo da leggere molte -molte volte e applicare con l’ aiuto di una guida guida alpina.
Questione di vita..